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Visualizzazione dei post da aprile, 2018

Eschilo

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Eschilo , figlio di Euforione del demo di Eleusi (in greco antico: Αἰσχύλος , Aischýlos ; Eleusi, 525 a.C. – Gela, 456 a.C.), è stato un drammaturgo greco antico. Viene unanimemente considerato l'iniziatore della tragedia greca nella sua forma matura. È il primo dei poeti tragici dell'antica Grecia di cui ci siano pervenute opere per intero, seguito da Sofocle ed Euripide. Nato a Eleusi intorno al 525 a.C., di famiglia nobile, fu testimone della fine della tirannia dei Pisistratidi ad Atene, nel 510 a.C. Combatté contro i persiani nelle battaglie di Maratona (490 a.C.), di Salamina (480 a.C.) e di Platea (479 a.C.). A proposito della battaglia navale di Salamina, di cui il poeta dà il resoconto ne I Persiani , è interessante notare come la tradizione assegni lo stesso giorno, sulla stessa isola, alla nascita di Euripide. Nello stesso periodo, si dice, il giovane Sofocle intonava i primi peana . Eschilo fu forse iniziato ai misteri eleusini, come farebbe intendere Aristo

Leggenda di Manfrino

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Nel crepuscolo della sera , quando i bimbi finivano i giochi per strada e tornavano a casa erano soliti farsi raccontare dalle nonne i racconti e le leggende che a loro piacevano. E fra i racconti della sera non poteva, certamente, mancare la leggenda del Manfrino. Chi era Manfrino? Egli era un uomo tanto grande da identificarsi con il nome di Gigante, altri nomi non conosciamo di questo personaggio così grande ed anche  così buono. Il Gigante aveva una sorella bella e splendente nella sua giovinezza e che per riservatezza non usciva mai dalla sua terra, tanto che nessuno sapeva il suo nome e quindi la chiamavano " la bella Castellana ". La Torre di Manfria aveva annesso un grande territorio che arrivava vicino al Castello di Falconara, suo confinante,  ed era un territorio molto bello e molto fertile tanto che ospitava tanti alberi, secolari, da frutta, palme, campi da orto e u

Castello Svevo di Gela

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Il Castello Svevo , meglio conosciuto come “Castelluccio” si erge su una collina di gesso e domina la costa a difesa della città di Gela.  Le origini del Castello risalgono, secondo antichi documenti storici, al 1143 quando il conte Simone di Butera lo donò all' abate del Monastero di San Nicolò l'Arena di Catania . Il Castello è stato costruito utilizzando la calcarenite gialla e grandi blocchi di calcare bianco che danno all'intera struttura un aspetto davvero gradevole ed imponente, si presenta inoltre privo di decorazioni e merletti, caratteristiche che ne esaltano maggiormente la sua funzionalità.  Ubicato nella contrada Spadaro è facilmente raggiungibile percorrendo la strada che da Gela porta a Catania e si trova a circa 10 km dalla città. Per quanto riguarda l'aspetto architettonico si può notare che la pianta è rettangolare con mura spesse e due possenti torri situate ai lati: la torre ad ovest presenta ancora i resti di una cisterna e di un s

Torre di Manfria

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La Torre di Manfria si erge su una collina sovrastante la frazione e risulta visibile da tutto il golfo di Gela. Attualmente è di proprietà privata e si presenta in discreto stato di conservazione, eccettuato per la terrazza che presenta alcuni tratti del cornicione ormai diruti. Si segnala che è una delle torri camillianee tra le più grandi, è infatti alta circa 15 metri con una base di circa metri 12,50.  Era detta anche torre di Sferracavallo, ma Francesco Maria Emanuele Gaetani marchese di Villabianca , nei suoi Diari palermitani riporta che era chiamata anche Torre d'Ossuna. La sua costruzione venne iniziata nel 1549, durante il viceregno di Giovanni De Vega . La data, non completamente certa, si desume in quanto Tiburzio Spannocchi nella sua rilevazione la disegna con lo stesso basamento tronco conico della Torre Mulinazzo di Cinisi, che con certezza era già stata costruita nel 1552 sotto il viceré Giovanni De Vega .  Nel 1578 è citata per essere sita

Chiesa Madre di Gela

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La chiesa madre di Gela o chiesa di Santa Maria Assunta , derivata dalla primitiva chiesa di Santa Maria de' Platea , è un esempio di neoclassico che primeggia nel centro storico della cittadina del golfo. Interessante appare il prospetto esterno alla pari dell'interno ricco d'opere d'arte. La chiesa madre sorse nel 1760, dinnanzi la principale piazza cittadina (piazza Umberto I, già del Duomo), in sostituzione della trecentesca chiesa di Santa Maria de' Platea , e fu completata con la realizzazione nel 1844 della facciata neoclassica in pietra arenaria e con l'innalzamento della torre campanaria nel 1837 su progetto di Emanuele Di Bartolo . Per la sua costruzione probabilmente vennero sfruttati i massi della vecchia chiesetta provenienti a loro volta dai templi e monumenti dell'antica città greca. La facciata presenta due ordini di colonne doriche e ioniche e due gruppi di statue. Vi si aprono l'ingresso principale e due ingressi secondari lat

Tragedie di Eschilo

Eschilo scrisse probabilmente una novantina di opere, ma ne sono giunte ai giorni nostri solo sette: I Persiani (rappresentata nel 472 a.C.); I sette contro Tebe (rappresentata nel 467 a.C.); Le supplici (rappresentata nel 463 a.C.); Prometeo incatenato (rappresentata tra il 470 e il 460 a.C.) e sia stata messa in scena nell'ultimo venticinquennio del V sec. Ne farebbero fede i punti di contatto con i cavalieri di Aristofane, ma soprattutto una concezione dello spazio scenico e del suo uso particolarmente sofisticato. Gran parte della critica crede, però, alla paternità eschilea di questa tragedia; Orestea - trilogia (rappresentata nel 458 a.C.) e che comprende Agamennone , Coefore , Eumenidi . I 73 titoli attribuiti a Eschilo si trovano nel cosiddetto Catalogo , contenente la lista dei drammi del tragico greco, che fa parte del manoscritto Mediceo (siglato M). Di altre opere (tragedie e drammi satireschi) si conosce l'esistenza dai riferimenti presenti in altri auto